Rocca del Principe e il Fiano di Avellino

Parlare di vino è sempre cosa ardua e molto spesso si corre il rischio di incappare in grandissimi scivoloni, è questo il motivo che mi ha spinto sempre a pensare fuori dagli schemi affidandomi a sensazioni personali che nel tempo hanno avuto riscontro avvalorando le mie tesi.

Durante una delle mie ultime bevute massive, in cui sono rigorosamente da solo, la mia attenzione è caduta sul Fiano Rocca del Principe, che sinceramente mi ha emozionato tanto per le sue importanti caratteristiche di mineralità e sapidità al punto tale da voler approfondire l’argomento.

Spinto dalla sete e dal desiderio di conoscenza ho quindi contattato l’azienda Rocca del Principe per poter strappare una visita alla proprietà, che con tanta gentilezza si è mostrata entusiasta nel dedicarmi una mezza giornata. 

L’azienda vinicola

Rocca del Principe, nata nel 2004 è sita in contrada Arianiello, nel comune di Lapio, a 25 Km da Avellino nella media valle del fiume Calore, uno dei più puliti d’Europa!

Giunto a destinazione sono stato accolto da Ercole Zarrella, persona molto garbata di grande carisma che con orgoglio mi ha spiegato la sua filosofia legata al vino, quando nel 2004 ha realizzato la prima vendemmia e vinificazione del Fiano, con il solo scopo di realizzare un vino che potesse essere espressione del suo territorio.

Aperta all’enoturismo con possibilità di ospitare appassionati ed esperti del settore, riprende un poco lo stile dell’accoglienza in Campania dove l’ospitalità è di casa e dove i luoghi rimangono giusti e proporzionati alle esigenze reali necessarie alla lavorazione delle uve.

Non sono molte le aziende capaci di trasferire sensazioni ed emozioni familiari, semplici ed in parte uniche.

Quindici gli ettari di proprietà di cui 7 vitati principalmente a Fiano e 1,5 ad Aglianico, con un sistema di allevamento a controspalliera doppio e Guyot singolo per gli impianti più recenti.

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Le vigne di Fiano sono collocate sul monte Arianello considerato tra le zone più vocate, con impianti risalenti al 1990 e posizionati su due versanti Nord e Ovest; nel versante nord i 4,5 ettari di Fiano partono da un’altitudine di 600 mslm per arrivare a 550 mslm in contrada Tognano. Il clima di questa zona si presenta ventilato, fresco con importanti escursioni termiche ed i terreni di origine vulcanica sono composti nella parte superficiale da limo, sabbia, arenarie e lapilli con presenza di argilla solo nella parte più profonda, ciò determina vini sicuramente fini, eleganti ricchi di acidità e mineralità.

Pe contro nel versante Ovest i vigneti di contrada Arianello e contrada Lenze subiscono un clima più caldo e asciutto con terreni decisamente più compatti di natura argilloso calcareo e marne argillose, tali caratteristiche permettono di realizzare vini più morbidi e fruttati.

Con il preciso raggiungimento della maturità tecnologica la vendemmia, rigorosamente manuale, è messa a punto verso fine settembre e metà ottobre. Una volta lavorate le uve, i vini ottenuti dai due versanti saranno impiegati per la realizzazione di un unico Fiano di Avellino.

Rocca del Principe, la degustazione 

Spunti di degustazione e condivisione di vedute con Ercole Zarrella: 

Fiano Di Avellino DOCG 2018: Dalla buona alternanza di piogge non eccessivamente abbondanti, l’annata è stata sicuramente fresca e generosa con una buona resa in rapporto allo standard…circa 80 quintali rispetto ai classici 60. Il vino si presenta cristallino di colore giallo paglierino scarico, consistente, abbasta complesso dalla media intensità ma di buona finezza…sicuramente ancora chiuso ma di carattere con necessità e voglia di esprimersi. Al naso si percepisce il classico mallo della noce, ma la caratteristica che più mi ha sorpreso è stata la delicata presenza balsamica e richiami di menta. Al sorso è secco, pieno, molto avvolgente e di grande mineralità, sicuramente fresco e dalla lunga ed interessantissima persistenza.

Fiano di Avellino DOCG 2017: L’annata 2017 si presente sicuramente più completa partendo dalla vista, ci troviamo davanti ad un vino cristallino dall’interessante colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Al naso il bouquet floreale è sicuramente più netto e ben distintivo con delicati sentori di fiori d’arancia, richiami costanti al mallo della noce, si riconferma la parte balsamica e richiami di erbe aromatiche. In bocco lo troviamo più rotondo e avvolgente, fresco, dall’irresistibile sapidità che determina un’importante salivazione, di maggior struttura e dalla persistenza più lunga.

Fiano di Avellino DOCG 2010: Qui il vino parla da sé ! Di un elegantissimo colore giallo dorato e dalla buona consistenza, dopo 10 anni al naso ritroviamo un vino complesso, colpiscono infatti i vivi sentori di fiori secchi di campo, notiamo la potente complessità olfattiva di una frutta a polpa bianca evoluta ma fresca, vivace che emerge insieme all’idrocarburo lasciando spazio ad una delicata ed elegante tostatura. La spinta balsamica è più incisiva e netta. In bocca è sicuramente un vino ricco, corposo, molto fresco e morbido, sicuramente potente.

Fiano di Avellino DOCG 2016 Tognano: Si presenta con un interessante  colore giallo paglierino con riflessi ocra. Vino dal naso complesso e fine, si riescono a contraddistinguere in primis il fruttato con richiami di agrumi e frutta a polpa bianca, per poi ritrovare in forma ben distinta piacevoli sentori di menta ed idrocarburi, pietra focaia ed un immancabile mallo della noce. La caratteristica piacevole è il modo con cui i sentori vengono rilevati a livello nasale, tutti organizzati e ben delineati senza necessità di doverli scovare. In bocca il vino è meravigliosamente fresco, dall’importante sorso carnoso di lunga persistenza. Il suo meraviglioso equilibrio è merito dell’interessante sapidità che lo rende interessante e decisamente non scontato.

Testo e foto di Davide Carusi