Tra le ricchezze del nostro territorio non possiamo non annoverare i vini campani, famosi e apprezzati fin dall’antichità.

La Campania è un territorio esteso e abbastanza diversificato. Ha delle zone collinari, altre in pianura, territori che si affacciano sul mare, altri invece ai piedi delle montagne. La conseguenza di questa morfologia così complessa non poteva che offrire la presenza di una varietà di vini davvero interessante, che vanno a formare una proposta completa, rispecchiante lo spirito poliedrico della nostra regione.

Il terreno campano è notoriamente molto fertile, grazie alla presenza di numerose fonti di acqua e bacini vulcanici. Il clima caldo e temperato, tendenzialmente mite, permette lo sviluppo costante dei vitigni. La Campania inoltre è una delle regioni italiane che vanta il patrimonio ampellografico più ricco della penisola e di conseguenza una scelta  eterogenea di vini.

Quali sono i vini campani?

Vesuvio da gustare - Azinda vinicola Fuocomorto

Vini campani

La nostra regione annovera 15 vini campani a Denominazione di Origine Controllata, 10 a Indicazione Geografica Tipica, 4 a Denominazione di Origine Controllata e Garantita.

Fra i più celebri e rappresentativi vini della Campania rossi, è doveroso citare il Taurasi. Questo vino DOCG è prodotto in provincia di Avellino, ed è un prodotto che affonda le sue radici storie nell’età pre-romana. Il Taurasi prodotto da uve  Aglianico ed è uno dei più grandi vini del mezzogiorno per corpo e struttura e dal colore rubino intenso. La trama olfattiva pluriforme svela note floreali come quelle della viola, note fruttate tra cui cassis, frutti a polpa rossa e nera ed una piacevole nota di vaniglia conferitagli dal legno delle botti nuove, al palato pieno, armonico, persistente dall’inconfondibile tannino elegante.

Dirigendosi in provincia di Benevento, sull’Appennino Campano, si erge il Monte Taburno. Questa vetta di paradiso, è culla della più recente DOCG campana l’Aglianico del Taburno. Dal colore rosso rubino con riflessi porpora. Il suo bagaglio aromatico propone note dominanti di mora e ribes nero, al gusto pieno, equilibrato con tannini uniformi e avvolgenti ed un finale lungo di caffè tostato, tabacco e spezie.

Altro rosso importante, tanto da essere ricordato come il “vino degli imperatori romani” è il Falerno del Massico DOC, massima espressione del territorio casertano. Dal colore rosso rubino cupo, quasi impenetrabile, è prodotto essenzialmente da uve Aglianico e Primitivo, invade il naso con note di frutti rossi maturi e frutta sotto spirito, con sorso pieno e tannino sontuoso.

A rappresentare Napoli e lo splendido Golfo di Pozzuoli è il Campi Flegrei DOC, da uve prevalentemente Piedirosso, simpaticamente definite Palombella o anche “per e palummo”, perché il raspo ricorda il colore rosso della zampa di piccione.
Vino dal colore rosso rubino-porpora con riflessi violacei, dall’odore vinoso con cenni di piccoli frutti rossi come la ciliegia croccante e una caratteristica nota  affumicata conferita dalla natura vulcanica del terreno. In bocca armonico, fresco, mediamente persistente e meno tannico dell’Aglianico.


Anche tra i vini campani bianchi l’offerta è interessante.

I bianchi più rinomati prodotti nella nostra regione sono il Greco di Tufo DOCG ed il Fiano di Avellino DOCG. Il primo, ha ereditato il nome appunto da Tufo, piccolo comune in provincia di Avellino con sottosuolo costituito da roccia vulcanica. Si presenta dal colore giallo paglierino luminoso, al naso regala delicate note fiori bianchi e minerali ben integrate, in bocca propone un giusto equilibrio tra freschezza e sapidità con finale piacevolmente lungo e persistente. Il secondo invece con caratteristiche cromatiche dorate che ricordano la sfumatura tipica dell’oro, sprigiona sentori di frutta esotica, di biancospino e di ginestra con un buon corpo morbido avvolgente, chiudendo anch’esso con una pronunciata persistenza aromatica.

Nella splendida “Campania Felix”, ci si può rinfrescare con un dissetante sorso di Asprinio d’Aversa DOC allevato nell’agro aversano. Questo territorio ricadente nelle province di Napoli e Caserta, è delimitato da barriere vegetali, le tipiche alberate (o festoni) che si sviluppano in altezza raggiungendo anche i 20 metri caratterizzando il paesaggio. Infatti il vitigno Asprinio è presente in Campania da epoca remota e risulta una  reminiscenza degli impianti etruschi. Nel calice si presenta limpido,  giallo paglierino splendente, al naso risulta brioso e allegro grazie alla“verve” acida. Le principali note odorose floreali si susseguono all’inconfondibile impronta olfattiva della mela annurca ed a caratterizzare l’aspetto gustativo è la sapidità, che può risultare troppo marcata al primo sorso, ma già dal secondo si addomestica lasciando spazio ad un finale morbido.

Si ringrazia la Prof.ssa Fortuna Nuzzo, sommelier, per la collaborazione alla stesura dell’articolo.

Valeria D'Esposito