Casertavecchia è un borgo medievale che sorge a circa 4 km da Caserta. Anticamente ha rappresentato il centro urbano della città, portando dapprima il nome di Casa Hirta, che tradotto dal latino significa “villaggio posto in alto”, poi di Caserta e infine di Casertavecchia. Dal 1960 l’insediamento è stato inserito nella lista dei monumenti nazionali italiani. Sono tanti gli elementi che hanno reso questo posto speciale e visitatissimo dai turisti, come ad esempio le antiche costruzioni del Duomo, il campanile ed i resti del castello.
Luoghi storici a cui sono associate affascinanti leggende che parlano di entità mistiche: una di queste, forse la più famosa, racconta di come i pesanti blocchi monolitici di marmo che formano le colonne del Duomo, durante la sua costruzione, siano stati portati sul sito collinare dalle fate dei Monti Tifatini, come aiuto per poterne completare la costruzione. Nella realtà, essi provengono dalla cattedrale dell’ex Calatia, l’antica Maddaloni.
Nel corso dei secoli questo agglomerato urbano ha visto tanti cambiamenti, avvenuti ad opera dei vari insediamenti che si sono succeduti.
Oggi, Casertavecchia rappresenta il luogo perfetto per rilassarsi, per fare una passeggiata e passare una serata, cosa apprezzata tanto dagli stessi casertani, quanto dai turisti provenienti da ogni parte del mondo. Dal punto di vista paesaggistico, le sue terrazze offrono un lungo sguardo sulla città, sulla Reggia di Caserta e, spaziando ancora, nelle giornate più limpide si riesce a scorgere anche la città di Napoli e le sue isole.
Visitare Casertavecchia: cosa vedere
Raggiungere il borgo è semplice, basta incamminarsi sulla breve salita posta ai piedi del sito, per raggiungere in poco tempo le prime abitazioni e i tanti ristorantini tipici.
Proseguendo sulla stradina principale, incontrerete la piccola Cappella di San Rocco, decorata con affreschi del XVII e XVIII secolo, e da un’interessante lapide situata sul lato sinistro dell’ingresso, risalente a circa quattrocento anni fa, che simboleggia la protezione dalla peste.
Da qui si può arrivare al Castello, e attraverso via dell’Annunziata, alla Cattedrale, uno degli esempi più belli e caratteristici dell’arte siculo-campana, grazie alla presenza di finestre e porte messe in risalto da cornici in marmo bianco, la forma ottagonale e gli archi intrecciati. Intorno alla Cattedrale inoltre, si può ammirare il Campanile, il Vescovado, e il Seminario.
E’ bene precisare però che tutto il centro storico è percorribile soltanto a piedi, ma si ha la possibilità di lasciare la propria auto tranquillamente nei dintorni, o in uno dei parcheggi situati all’ingresso del borgo.
Altro luogo di devozione bello e suggestivo nei dintorni di Casertavecchia è l’Eremo di San Vitaliano. Vera e propria oasi di pace e serenità.
Casertavecchia è raggiungibile anche con gli autobus.
Partono dalla stazione ferroviaria di Caserta, il bus da prendere è il CLP Servizio Urbano Caserta Linea 108. Clicca qui per consultare gli orari
Infine, se state programmando la visita a questo magnifico borgo, sappiate che nei primi giorni di settembre si può godere anche degli spettacoli itineranti della rassegna annuale Settembre al Borgo.
Storie di Casertavecchia: la Casa delle Bifore
La Casa delle Bifore era inizialmente una piccola chiesa del 1100, collocata lungo la via San Michele Arcangelo, e trasformata in abitazione da una donna di nome Ursula Pannwitz.
Di origine tedesca, Ursula aveva lasciato la sua famiglia per potersi creare una nuova vita proprio qui, a Casertavecchia.
Può sembrare una storia come tante altre, ma Ursula è stata una donna speciale e apprezzata per il suo talento: la sua casa divenne presto una sorta di abitazione/laboratorio, dove la creativa dava sfogo alla sua vena artistica forgiando opere artigianali in creta, in legno e altri materiali.
Ursula è stata per tanti anni un simbolo del borgo di Casertavecchia, soprattutto grazie alla sua gentilezza e disponibilità verso curiosi e visitatori. La sua casa era aperta alle persone che manifestavano il desiderio di ammirare i tanti oggetti personali e non, esposti come se fossero opere in un museo.
E proprio una delle sue creazioni è diventata un’icona per Casertavecchia. Il famoso spiritello, oggetto nato da una pentola per cuocere fagioli, con una faccia dipinta a mano e orecchie laterali che servono a inserire un foglietto contenente un desiderio. La leggenda intorno allo spiritello dice che “se il vaso si spacca il desiderio si avvera”.
Oggi è possibile trovarne delle riproduzioni, in vendita nelle diverse botteghe del posto.
Ursula Pannwitz è deceduta qualche anno fa, ma sono tanti i racconti che restano di questa donna carismatica. Per chi desiderasse approfondire, la giornalista Lidia Luberto le ha dedicato un libro, La Casa delle Bifore (Guida Editori, collana Pagine d’Autore) illustrato dalle fotografie del Prof. Giulio Festa.
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