Esercito di Terracotta a Caserta: in primavera l’esposizione che sarà allestita nella Reggia di Caserta con oltre 100 pezzi originali.

Un evento imperdibile, la più grande esposizione occidentale del Mausoleo di Qin Shi Huang, il primo imperatore cinese che portò con se nella tomba il celebre Esercito di Terracotta. Alla Reggia di Caserta esso sarà posizionato sia negli appartamenti storici sia nelle retrostanze, un appuntamento che si preannuncia imperdibile per gli appassionati d’arte.

Quella casertana, si preannuncia come la più imponente mostra mai realizzata nel mondo occidentale di reperti autentici provenienti dal mausoleo di Qin Shi Huang, il primo imperatore cinese che nel 210 a.C. si fece seppellire con un esercito d’argilla di 8mila uomini, sostanziosa scorta per il mondo dei morti. Almeno 100 i pezzi che andranno a comporre la mostra alla Reggia di Caserta, tra cui 20 guerrieri.

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L’esercito di terracotta è un insieme di statue collocato nel Mausoleo del primo imperatore Qin a Xi’an, che attualmente si trova nei pressi del capoluogo dello Shaanxi, la città di Xi’an. Si tratta di un esercito simbolico, destinato a servire il primo imperatore cinese Qin Shi Huang nell’Aldilà. Nel 1987 il mausoleo dell’imperatore, di cui questo esercito di terracotta fa parte, è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Esercito di Terracotta, il ritrovamento 

Nel marzo del 1974, un contadino di nome Yang Zhifa rinvenne, durante lo scavo di un pozzo, delle fosse sepolcrali contenenti statue in argilla di soldati in armi con tanto di carri e cavalli. Il fortunato rinvenimento dette origine agli scavi che consentirono di rinvenire il mausoleo di Shi Huangdi, fino ad allora ritenuto scomparso.

Più tardi, esattamente nel 1987, l’intero mausoleo venne inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Da allora, le statue dell’Esercito di Terracotta sono state oggetto di numerosi viaggi che le hanno viste ospiti in molti musei: nel 1994 in Italia, a Venezia e Roma; nel 2007 al British Museum di Londra; nel 2008, a Torino, presso il Museo di antichità, nel 2010 a Milano, presso il Palazzo Reale, nella mostra dal titolo “I due Imperi”; nel 2013 al Museo di Storia di Berna, all’interno della mostra temporanea “Qin – L’imperatore eterno e i suoi guerrieri di terracotta”.

Infine, nel 2018 nella basilica dello Spirito Santo a Napoli, 300 reperti, di cui 170 guerrieri; copie fedeli da calchi sugli originali realizzati in Cina da artigiani che hanno seguito le antiche tecniche realizzative per ottenere un effetto sovrapponibile agli originali. Disposti nella navata centrale della basilica, i 170 guerrieri offrono un colpo d’occhio suggestivo che riproduce l’esatta disposizione osservabile sul sito originario in Cina.

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Esercito di Terracotta a Caserta, gli esemplari 

L’esercito è composto da riproduzioni di guerrieri di terracotta, vestiti con corazze e dotati di armi, poste di guardia alla tomba dell’imperatore Qin Shi Huang. Di queste statue sono state riportate alla luce circa 8000 guerrieri, 18 carri di legno e 100 cavalli di terracotta. Si tratta di una replica fedele dell’armata che aveva contribuito a unificare la Cina. Tuttavia, nelle fosse sono state trovate poche armi, poiché furono saccheggiate dai ribelli che si insediarono sul trono imperiale: la dinastia Han. Dalle posizioni delle mani e del corpo delle statue, si possono immaginare le tecniche di combattimento di fanti, alabardieri, arcieri e balestrieri. Si combatteva soprattutto a piedi: i carri e i cavalli servivano per dirigere i movimenti della fanteria. La cavalleria fu introdotta più tardi, per affrontare i guerrieri nomadi che in battaglia utilizzavano appunto i cavalli.

Le statue sorprendono per il loro realismo nei dettagli: la tecnica usata per realizzarle consisteva nel compattare cerchi di argilla per creare un tubo (il torace) e completarle con l’aggiunta di gambe e braccia. La struttura poi si ricopriva di blocchetti di argilla per creare le uniformi e poi la decorazione.

Nel 2016 alcuni archeologi hanno avanzato una singolare ipotesi speculativa sulla possibilità che le statue dell’esercito di terracotta possano essere state ispirate dalle statue ellenistiche diffuse in Asia a seguito delle conquiste di Alessandro Magno; spingendosi oltre, alcuni di essi immaginano che artisti greci possano aver aiutato nell’ideazione delle statue e supervisionato alla loro realizzazione. Questa ipotesi renderebbe conto dell’improvvisa apparizione in Cina di statue ad altezza naturale, un prodotto artistico privo di alcun precedente nell’arte cinese, mentre era comune nella Grecia dell’epoca; l’ipotesi è dovuta al ritrovamento, nella provincia, di DNA mitocondriale europeo e di raffinate figurine di uccelli di bronzo realizzate con fusione a cera persa, una tecnica scultorea che era conosciuta nella scultura greca e dell’antico Egitto.

Al momento non è stata ancora fissata la data precisa dell’inizio dell’esposizione, che durerà almeno 6 mesi. Secondo alcuni rumors trapelati dal Palazzo Reale il taglio del nastro potrebbe esserci in primavera, tra marzo e maggio del prossimo anno.

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Valeria D'Esposito