Peter Demetz e Antonio Sannino alla Reggia di Caserta da sabato 16 aprile a sabato 21 maggio 2016. La mostra, in collaborazione con Archeoclub d’Italia, si terrà nella Sala Romanelli tutti i giorni dalle 8,30 alle 19.00, escluso il martedì perchè giorno di chiusura del monumento.

Peter Demetz e Antonio Sannino alla Reggia di Caserta

Dopo il successo ad Art Miami 2014, e successivamente nella prima edizione di Capri – the Island of Art (2015), entrambe le installazioni The Exhibition ed Inner Outside saranno presentate il 15 aprile nella sala Romanelli della Reggia di Caserta, che ospita per la prima volta due installazioni di arte contemporanea. Le due opere, una di Peter Demetz e l’altra di Antonio Sannino, vengono proposte insieme perché rappresentano entrambe il risultato di una reinterpretazione in senso contemporaneo di tecniche artistiche di origine antica. La mostra promossa dalla Liquid Art System di Franco Senesi, con sedi a Capri e Positano, curata da Marco Izzolino e organizzata da Barbara Genio, è realizzata in collaborazione con l’Archeoclub di Sant’Agata de Goti.

Il dialogo con gli enormi spazi della reggia, riccamente decorati, è reso possibile dalla radice comune cui fanno riferimento sia l’impianto architettonico-decorativo del Palazzo sia le due installazioni contemporanee: quell’unità delle arti come armonia dei contrari sostenuta da Gian Lorenzo Bernini nel Seicento. Il visitatore, sia che scelga di visitare gli appartamenti reali, sia che indugi sulle due installazioni, è chiamato ad un coinvolgimento attivo, determinato da una sorta di alleanza tra le tecniche artistiche che, tra illusione e realtà, fanno di ogni punto di vista in questo palazzo una sorta di scenografia al centro della quale si trova proprio l’osservatore. Demetz e Sannino presentano due opere che oltrepassano i limiti dei media nei quali i due artisti sono tradizionalmente attivi – scultura il primo, pittura il secondo – e che sono il risultato di due modi diversi di fondere i due media partendo da punti opposti.

The Exhibition di Peter Demetz

Peter Demetz e Antonio Sannino alla Reggia di Caserta

Peter Demetz alla Reggia di Caserta

The Exhibition è l’opera più grande e più importante mai realizzata da Peter Demetz; è costituita di spazi e figure dalle proporzioni reali. L’installazione simula la presenza di alcuni visitatori all’interno di un doppio ambiente espositivo. Lo spazio presenta altezza e larghezza reali, ma una profondità compressa. Il pavimento dell’installazione è infatti in salita, sfruttando le regole della “prospettiva solida accelerata”. All’interno dello spazio ligneo, sono presenti alcune sculture, anch’esse lignee, che raffigurano alcuni visitatori; hanno un aspetto estremamente realistico, scolpite però non a tutto tondo, ma soltanto a rilievo, un rilievo per di più “accelerato”, come nella tradizione dello “stiacciato” italiano. L’installazione induce nei reali visitatori la sensazione di trovarsi di fronte ad uno spazio espositivo molto più profondo di quello che in realtà è. L’opera intende descrivere una possibile situazione all’interno di uno spazio espositivo, che sia un museo, una galleria oppure una situazione fieristica. Le persone che vivono questo spazio osservano ciò che è esposto, si muovono nello spazio oppure riflettono… Oltre alle persone non c’è nulla. Lo spazio è completamente vuoto. Privando questo spazio espositivo delle opere d’arte l’interesse dello spettatore si focalizza sulle persone rappresentate, vale a dire sugli spettatori nella stanza. L’artista intende creare così nello spettatore l’identificazione con le figure e con lo spazio, come fosse di fronte ad uno specchio. Lo spettatore incontra interni psichici, diorami di un’anima e di pensieri rappresentati all’interno di camere ascetiche e antimonumentali scolpite con geometrica precisione e chiarezza. L’installazione – piccoli teatri delle faccende umane e mondi privati di Demetz, rilievi sapientemente illuminati – induce anche una riflessione sulla necessità umana di muoversi all’interno degli ambienti per avere una corretta consapevolezza dello spazio, degli elementi presenti e di se stesso in relazione ad essi. Lo sguardo da un unico punto di vista fisso, su cui si basano le regole della prospettiva lineare, è in realtà una forma simbolica: una convenzione, cioè, cui ci hanno abituato secoli di pittura figurativa e successivamente di fotografia, per poter comunicare almeno una parte delle informazioni visive presenti nello spazio reale.

«Spesso quando le persone parlano delle mie opere, parlano di prospettiva. A dire il vero di prospettiva misurata, costruita e geometrica, nelle mie opere ce n’è poca. Per i miei spazi faccio uso di orizzonti, di linee orizzontali e di intersezioni che sono certamente parte di una costruzione prospettica. Una prospettiva completa e definita però non la troverete. Le mie opere però sono, se vogliamo, dei quadri scultorei o delle sculture quadro… Hanno un’inquadratura ben precisa, ma hanno contemporaneamente una terza dimensione reale, raccorciata, schiacciata, ma reale. Sono sculture». Peter Demetz

Inner Outside di Antonio Sannino

Peter Demetz e Antonio Sannino alla Reggia di Caserta

Antonio Sannino alla Reggia di Caserta

Inner Outside è un unico grande lavoro: una porzione di ambiente temporaneo che occupa una superficie di 9 metri quadri. L’installazione, all’interno della quale il visitatore è invitato ad entrare, è costituita di otto tele tutte collegate tra loro, alte 2 metri e larghe 140 cm. Entrando al suo interno, l’osservatore è proiettato su una grande veduta a 360° di tutta la città di New York, ritratta dalla cima del famoso Empire State Building. In questo lavoro i riferimenti alla pittura classica italiana sono molteplici. Vengono alla mente, ad esempio, le origini del teatro dell’opera in Italia: se i primi spettacoli erano recitati nei giardini dei palazzi delle signorie, dove la vista della città reale faceva da sfondo al palco, successivamente, quando i teatri furono spostati all’interno degli edifici, il paesaggio ha continuato a rappresentare la città, ma questa volta in forma dipinta.Materia, colore, luce, rendono grande fascino all’opera supportata dalla tecnica preparatoria della tela e dalla successiva pennellata profonda e spessa. Inevitabilmente si leggono i simboli della passione rappresentata, i fervori sentimentali, gli specchi della solitudine, i palpiti incantati dei suoi continui incontri quotidiani. Sannino, nato a Napoli, dove vive e lavora, dopo aver esposto in molti paesi del pianeta continua ad incantare il visitatore attraverso le sue inquadrature penetranti per interpretare la vita che ci circonda. Con questo progetto è stato in grado di trasformare ancora una volta un’idea di antiche origini in qualcosa di completamente nuovo, che interagisce con qualsiasi tipo di ambiente, trasferendo lo spettatore all’interno della superficie dipinta. Sannino, supera i limiti del mezzo, rompendo la bidimensionalità della tela e trasportando lo spettatore nella propria visione della città di New York, come accade indossando gli occhiali per la realtà virtuale. In questo caso, il quadro diventa lo strumento per una realtà aumentata. Sogno e realtà, emozione e contemplazione, si intrecciano nei paesaggi della mente, espressioni di percezioni sensoriali, per riuscire ad avere con le opere un contatto diretto ed intimo.

«New York, distante ma affascinante, mi ha trascinato in un mondo frenetico e del tutto nuovo che ho cercato di raffigurare in tutta la sua bellezza» «Ogni opera – della serie UNDRESSED, di cui questa installazione fa parte – racconta un luogo (talvolta senza orizzonte) insolito, quasi nascosto agli occhi dei passanti,ma forse capace di indurre alla riflessione, per la totale assenza di esseri umani od oggetti meccanici, ”SPOGLIATO” di ogni cosa dunque, per avere l’illusione di lasciare tutto cosi’ com’è , di fermare il tempo ed aspettare…». Antonio Sannino

 

Liquid Art System

Nel 1999 Franco Senesi, gallerista nativo di Capri, apre un primo spazio espositivo con un gruppo di artisti selezionati. Dopo alcuni anni Franco Senesi raccoglie attorno a sé un team dinamico di persone da tutto il mondo, creando un nuovo progetto denominato Liquid art system. Liquid art system (L.a.s.) propone un modo ‘glocale’ di promuovere e commercializzare l’arte contemporanea, scomponendo le proprie iniziative in quattro dipartimenti che offrono tipologie differenti di proposte artistiche (contemporanea la White Room, figurativa la Square Gallery) o attività di promozione (di arte pubblica lo Studio Lab, relazione coi social network l’Art Archive). È un’organizzazione che, con i suoi quattro dipartimenti, intende creare un sistema internazionale di gallerie d’arte che operino congiuntamente allo stesso obiettivo, ma autonomamente all’interno dei propri contesti geografici ed economici di appartenenza. L.a.s. intende restituire alla galleria d’arte un ruolo centrale all’interno del sistema dell’arte, in una fase in cui questo ha subito profonde mutazioni dovute ai grandi cambiamenti degli equilibri economici internazionali e al pieno sviluppo della tecnologia informatica e di internet. L’interesse di L.a.s. è rivolto in particolare ad artisti che hanno saputo rinnovare tecniche e/o iconografie del passato, riutilizzando tradizioni e saperi locali ed artigiani in modo assolutamente contemporaneo.

Valeria D'Esposito